Categoria: Cultura

  • Studenti e sostenibilità: piccoli gesti che fanno la differenza

    Studenti e sostenibilità: piccoli gesti che fanno la differenza

    In un mondo sempre più attento all’ambiente, anche noi studenti possiamo fare la nostra parte. Non servono grandi rivoluzioni: basta iniziare con piccoli gesti quotidiani, facili da mettere in pratica anche a scuola. Ecco alcune idee concrete per essere più sostenibili… senza perdere nemmeno un’interrogazione!

    Ed ecco i metodi consigliati da noi:

    •   Dì addio alla plastica usa e getta

    Quante bottigliette d’acqua consumiamo in una settimana? Troppe. Passare a una borraccia riutilizzabile è uno dei modi più semplici ed efficaci per ridurre la plastica. È un gesto piccolo, ma moltiplicato per centinaia di studenti, fa una grande differenza.

    • Più digitale, meno carta

    Se la tua scuola lo permette, prova a prendere appunti sul tablet o sul computer. Oppure, stampa solo quando è strettamente necessario e sempre fronte-retro. La carta ha un impatto ambientale importante, ma possiamo ridurlo con scelte consapevoli.

    • Merenda sostenibile

    Evita snack confezionati in mille strati di plastica. Una merenda fatta in casa, magari in un contenitore riutilizzabile, è più sana e amica dell’ambiente. Bonus: puoi anche evitare gli sprechi, portando a scuola quello che c’è già in casa.

    • Differenzia sempre i rifiuti

    Sembra scontato, ma non lo è: spesso nei corridoi della scuola troviamo ancora spazzatura nel contenitore sbagliato. Fare la raccolta differenziata corretta è una forma di rispetto per l’ambiente e per chi lo condivide con noi.

    • Cammina, pedala, condividi

    Se abiti vicino alla scuola, lascia l’auto e vai a piedi o in bici. E se la distanza è lunga, organizza un passaggio con i compagni. Meno auto, meno traffico, meno inquinamento. E magari anche più chiacchiere la mattina.

    • Partecipa ad attività verdi della scuola

    Molte scuole organizzano orti didattici, giornate ecologiche o laboratori sul riciclo. Partecipa, proponi idee, coinvolgi la tua classe. La sostenibilità è anche collaborazione e creatività.

    ✨ Conclusione

    Cambiare il mondo può sembrare un’impresa enorme, ma tutto inizia da noi, da quello che facciamo ogni giorno. I piccoli gesti non sono mai troppo piccoli, soprattutto se a farli siamo in tanti.

    E tu, quale gesto sostenibile metterai in pratica da domani?

  • La storia dell’ ITES Pitentino: tradizione, innovazione e un legame forte con Mantova

    La storia dell’ ITES Pitentino: tradizione, innovazione e un legame forte con Mantova

    Se c’è una scuola che ha visto crescere generazioni di studenti a Mantova, quella è sicuramente l’ITES Pitentino. Non si tratta solo di un istituto, ma di una vera e propria istituzione che porta con sé un sacco di storia. Ma qual è la sua storia? Scopriamo insieme come è nato e come si è evoluto negli anni.

    Le radici: un legame con Mantova e il territorio

    Tutto ha inizio con Alberto Pitentino, ingegnere idraulico, che nel 1188 progettò la sistemazione delle acque che circondano Mantova. Attraverso la costruzione di argini, dighe e la creazione del Rio, canale che attraversa la città, ha dato vita alla Mantova che conosciamo oggi. E il nostro istituto, l’ITES Pitentino, porta questo nome proprio in onore di questo grande progetto che ha segnato la storia della città.

    La fondazione: 1868, un nuovo inizio per Mantova

    Il 3 novembre 1868 segna l’apertura ufficiale dell’Istituto Tecnico Pitentino, che nacque come Istituto Industriale e Professionale in un edificio di via Acerbi 45, donato dal commerciante Felice Carpi. Alla cerimonia di apertura c’erano tutti i big dell’epoca, tra cui il Prefetto e il Sindaco, e l’Istituto cominciò con tre sezioni:

    • Agronomia e Agrimensura,
    • Amministrazione, Commercio e Ragioneria,
    • Meccanica e Costruzioni.

    Già al primo anno, l’Istituto contava 80 studenti, e alla fine del secondo anno arrivarono i primi 7 diplomati.

    La trasformazione: da scuola tecnica a governativa

    Nel 1879, con il Regio Decreto, l’istituto venne trasformato in Istituto Tecnico Provinciale di Mantova, e a partire dal 1 novembre dello stesso anno, diventò una scuola governativa. La trasformazione continua con la Riforma Gentile del 1923, che trasforma i vecchi corsi in quelli per Ragionieri e Geometri.

    Nel 1970, l’istituto si sdoppia per far fronte all’alto numero di studenti. La parte che rimase al Pitentino si concentrò sui Ragionieri, mentre l’altra parte, dedicata ai Geometri, prese il nome di Carlo d’Arco. Da lì in poi, il Pitentino è rimasto l’istituto per chi voleva intraprendere la carriera in ragioneria e amministrazione.

    Innovazione e crescita: dalla tradizione alla modernità

    Nel corso degli anni, l’ITES Pitentino non ha mai smesso di evolversi. Accanto ai corsi tradizionali come Amministrazione, Finanza e Marketing (AFM) e Sistemi Informativi Aziendali (SIA), sono arrivati anche nuovi indirizzi come Turismo, nato con la Riforma Gelmini, e Relazioni Internazionali per il Marketing (RIM), attivato nel 2016.

    A chi è già nel mondo del lavoro, l'istituto ha offerto anche un Corso serale dedicato agli adulti, per continuare a formarsi senza rinunciare al lavoro.

    Un legame forte con il territorio

    L’ITES Pitentino non è solo scuola, ma è un punto di riferimento per Mantova. Ha costruito una solida rete con aziende locali, associazioni industriali e enti pubblici. Creando opportunità di tirocinio e collaborazione che permettono agli studenti di mettere subito in pratica quanto imparato in aula.

    Gli studenti del Pitentino sono apprezzati per la loro preparazione solida e versatile, grazie anche allo studio di due lingue straniere e a una formazione che spazia dal diritto all’economia.

    Il futuro: una scuola che non si ferma mai

    Oggi, l’ITES Pitentino è più di un semplice istituto scolastico: è un simbolo di eccellenza e innovazione. Ogni anno, tanti giovani si diplomano con competenze che li rendono pronti per il mondo del lavoro. Non è un caso che i diplomati Pitentino siano sempre apprezzati per la loro flessibilità e professionalità.

    L'istituto continua a crescere, rispondendo alle esigenze di un mondo del lavoro che cambia ogni giorno, ma sempre con la stessa solidità che ha contraddistinto il suo lungo cammino.

    In sintesi: un istituto che guardano al futuro senza dimenticare il passato

    In conclusione, l’ITES Pitentino è un’istituzione che ha saputo evolversi nel tempo, mantenendo sempre viva la sua connessione con la tradizione e con il territorio mantovano. Con un passato ricco di storia e un presente che guarda al futuro, il Pitentino è una scuola che ha formato e continuerà a formare professionisti capaci di affrontare le sfide del mondo moderno.

  • “La mia vita in te”: un progetto per sensibilizzare alla donazione e costruire comunità

    “La mia vita in te”: un progetto per sensibilizzare alla donazione e costruire comunità

    Nel nostro territorio mantovano sta prendendo vita un progetto speciale, che unisce scuole, associazioni, istituzioni e cittadini intorno a un tema importantissimo: la donazione di sangue, organi, tessuti e cellule. Il progetto si chiama “LA MIA VITA IN TE” ed è un’iniziativa nata per sensibilizzare e informare le persone su quanto sia fondamentale donare per salvare vite.

    Questo progetto coinvolge numerose realtà del territorio: tra queste ci sono AVIS, ABEO, ADMO, AIDO, insieme ad ASST Mantova, ATS Val Padana, CSV Lombardia Sud e diversi ordini professionali sanitari. Tutti questi enti hanno firmato un Protocollo d’Intesa e collaborano attivamente, ognuno con un ruolo ben preciso, per promuovere la cultura del dono come atto civico e responsabile.

    Uno degli ambiti principali su cui si sta lavorando è proprio la Scuola. Infatti, il progetto si rivolge anche a noi studenti, futuri cittadini e potenziali donatori, con l’obiettivo di informarci correttamente sul tema della donazione e aiutarci a sviluppare un senso di responsabilità, autonomia e consapevolezza. Attraverso incontri con volontari e operatori sanitari, stiamo imparando che donare è un gesto concreto di solidarietà, che può davvero fare la differenza nella vita di qualcun altro.

    Ma “La mia vita in te” non si ferma solo alle scuole: coinvolge anche i professionisti della salute, che ogni giorno portano avanti i valori etici della loro professione, e tutta la cittadinanza, promuovendo il messaggio che donare è un modo per prendersi cura degli altri e costruire un futuro migliore per tutti.

    Come ci hanno spiegato durante gli incontri, la comunità è forte solo quando ciascuno di noi fa la propria parte, anche con un piccolo gesto come quello della donazione. In un mondo dove spesso si corre e ci si dimentica degli altri, questo progetto ci ricorda che la salute, la solidarietà e la vita stessa sono beni da condividere.

    Come funziona la donazione: informazioni utili da conoscere

    Durante gli incontri, sono stati spiegati in modo semplice e chiaro alcuni concetti fondamentali:

    • Donazione di organi e tessuti dopo la morte: in Italia vige il principio del silenzio-assenso, ma è importante esprimere in modo chiaro la propria volontà. Gli organi (come cuore, polmoni, fegato, reni) possono salvare vite, mentre i tessuti (come cornee, pelle, valvole cardiache, tendini) possono migliorare notevolmente la qualità della vita di molti pazienti. La donazione avviene solo dopo l’accertamento di morte da parte di una commissione medica indipendente.
    • Come registrare il consenso: si può dichiarare la propria volontà al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità nei Comuni abilitati, oppure iscrivendosi all’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule) o compilando il modulo disponibile sul sito del Ministero della Salute. Questa scelta può essere modificata in qualsiasi momento.

    I falsi miti da sfatare sulla donazione

    Gli esperti hanno anche voluto chiarire alcuni dubbi e sfatare convinzioni sbagliate, che spesso impediscono alle persone di diventare donatori:

    • “Se sono donatore, i medici non faranno tutto il possibile per salvarmi”
      ✅ Falso. I medici curano sempre il paziente fino all’ultimo. Solo dopo la dichiarazione ufficiale di morte cerebrale può iniziare il processo di valutazione per la donazione.
    • “Se ho un tatuaggio non posso donare”
      ✅ Falso. È possibile donare sangue anche dopo un tatuaggio o piercing, rispettando un periodo di attesa di 4 mesi.
    • “Non posso donare se ho una malattia in famiglia”
      ✅ Falso. Ogni persona viene valutata singolarmente con controlli medici: solo se ci sono reali controindicazioni, la donazione viene esclusa.
    • “La mia religione non lo permette”
      ✅ Falso. Le principali religioni (Cattolica, Ebraica, Islamica, Buddhista e altre) non vietano la donazione, anzi, spesso la considerano un atto di grande umanità.

    Un grazie speciale all’Istituto ITES Pitentino, ai docenti che hanno reso possibile l’incontro e a tutti i volontari coinvolti: grazie al loro impegno, abbiamo potuto riflettere su quanto un semplice gesto possa davvero salvare una vita.

  • Il dialetto

    Il dialetto

    Il dialetto mantovano, ovvero quello locale, è sempre più in disuso, per quale motivo?

    Ciò accade perché il dialetto è sempre meno parlato nelle case dei mantovani di nuova generazione e perché con la varietà di etnie che possiamo trovare ai giorni d’oggi si tende ad abbandonarne l’uso. Un altro motivo dell’abbandono del dialetto è che, spesso, viene paragonato ad ignoranza e maleducazione, per questo i genitori e i docenti tendono a rimproverare i ragazzi che lo parlano, influenzando così un disuso, di massa, tra i giovani.

    A parer mio il dialetto è una risorsa che va conservata e tramandata, onde evitare di perdere le nostre tradizioni e usi locali.

    Infatti, la lingua latina si è evoluta nei volgari (dialetti), e tra questi ha prevalso il volgare fiorentino/toscano che poi si è evoluto nell’italiano attuale,  grazie ai poeti: Dante, Petrarca e Boccaccio.

    E allora perché non provare a tenerlo vivo, almeno un po’? Anche solo ascoltando i nonni quando raccontano una storia o provando a dire qualche parola in dialetto nella vita di tutti i giorni. Non serve parlarlo perfettamente, ma riconoscerne il valore. È un modo per restare legati alle nostre radici, in un mondo che corre veloce e dimentica facilmente. Parlare mantovano non è roba da “vecchi”: è cultura, è identità, è casa.

    Ecco alcune parole ed espressioni molto usate nel mantovano, soprattutto dai nonni o in campagna. Alcune fanno anche sorridere 

     Vocaboli comuni:

    • – Ho (es. Gó fam = Ho fame)
    • T’èt – Hai (es. T’èt vist? = Hai visto?)
    • Basàr – Baciare
    • Gnint – Niente
    • Sciòp – un’ esplosione, un botto
    • Càvra – Capra (ma anche insulto simpatico )

     Frasi tipiche

    • “L’è mei un bèl tacòn che ‘na bèla rogna.”
      Meglio una toppa ben fatta che un grosso problema – meglio prevenire che curare.
    • “Fa mia al balòss/ sta mia a far al balòss”
      Non fare il furbo!
    • “L’è n’àgua ch’l la vèn da lònch.”
      Sta per arrivare qualcosa – come dire: sta per succedere qualcosa di grosso.
    • “Tì gh’é sü ‘n ciap.”
      Hai su un cappello (o stai dicendo una sciocchezza, a seconda del tono!).
    • “Va ben tut, ma quand l’è tròp l’è tròp!” Quando c’è è bello, ma quando è troppo, è troppo – perfetta per chi esagera.
    • “Lè mei star dla banda dal formentùn” Meglio stare dalla parte giusta

  • Call for ideas:                          le voci del domani

    Call for ideas: le voci del domani

    In occasione della XX edizione del Festival dell’Economia, l’obiettivo è dare la parola ai giovani per un coinvolgimento sempre maggiore.

    come si farà?

    Attraverso una call for ideas, un’iniziativa congiunta del Festival dell’economia di Trento e del FuoriFestival per dare voce alle prossime generazioni, rendendo i ragazzi protagonisti nei palinsesti dell’edizione 2025.

    Con questa iniziativa i candidati prescelti potranno diventare parte integrante delle iniziative e dei palinsesti:

    ->del Festival, coordinato dal Comitato Scientifico, proponendo argomenti e contenuti coerenti con il tema dell’Edizione;

    -> del FuoriFestival, scegliendo di proporre temi più allargati e con linguaggi diversi in un confronto dinamico e stimolante con il pubblico.

    Gli appuntamenti rappresenteranno l’occasione ideale per dare voce agli studenti che, con la loro partecipazione, rispecchieranno il senso di speranza e di futuro delle nuove generazioni.

    COME CANDIDARSI PER ESSERE AUTORE O SPEAKER DEL FESTIVAL? 

    (per giovani tra i 16 e 26 anni)

    La nuovissima lounge del FUORIFESTIVAL, in piazza Fiera a Trento, si animerà proprio con le voci dei ragazzi che potranno parlare di tutti gli argomenti di maggiore interesse, a propria scelta, anche non necessariamente affini ai temi dell’economia; temi più allargati e linguaggi diversi

    Il Comitato Organizzatore del FuoriFestival valuterà le candidature dei ragazzi:

    DIVENTA «PROTAGONISTA» DEL FUORIFESTIVAL DELL’ECONOMIA:

    Candidati come speaker al FuoriFestival, indicando i temi di tuo interesse e le tue motivazioni e potrai essere inserito in una delle sessioni dedicate.

    Tutte le sessioni saranno moderate da giornalisti .

    CANDIDATURE, COME CANDIDARSI PER ESSERE PROTAGONISTA DEL FUORIFESTIVAL?

    Se sei un ragazzo tra i 16 e i 26 anni, accedi alla Url – levocideldomani

    PER CANDIDARTI COME SPEAKER:

    • Inserisci i tuoi dati

    • Invia un contributo Audio o Video di massimo 2 minuti che illustri il tema di tuo interesse e rappresenti la tua motivazione per la proposta presentata.

    Il comitato organizzativo del FuoriFestival valuterà le candidature e se sarai selezionato potrai partecipare da protagonista al Festival dell’Economia, dal 22 al 25 maggio 2025.

    La call prevede solo la selezione dei candidati per la partecipazione al FuoriFestival e non prevede meccanismi di ospitalità e/o rimborsi delle spese sostenute.

    TIMING E COMUNICAZIONE

    La call for ideas verrà lanciata il 15/2 e si chiuderà il 15/4

    I temi, gli speaker e i partecipanti ai dibattiti verranno selezionati per partecipare in presenza alle giornate del Festival, a Trento dal 22 al 25 maggio 2025.

    Dal 15 febbraio la Call sarà promossa attraverso una CAMPAGNA SOCIAL, DIGITAL, RADIO E STAMPA e le candidature saranno raccolte su un minisito dedicato alla iniziativa che risiederà sulle piattaforme del Sole24ore e che sarà rilanciato dal sito del Festival dell’Economia.