Categoria: Risorse utili

  • Studenti e sostenibilità: piccoli gesti che fanno la differenza

    Studenti e sostenibilità: piccoli gesti che fanno la differenza

    In un mondo sempre più attento all’ambiente, anche noi studenti possiamo fare la nostra parte. Non servono grandi rivoluzioni: basta iniziare con piccoli gesti quotidiani, facili da mettere in pratica anche a scuola. Ecco alcune idee concrete per essere più sostenibili… senza perdere nemmeno un’interrogazione!

    Ed ecco i metodi consigliati da noi:

    •   Dì addio alla plastica usa e getta

    Quante bottigliette d’acqua consumiamo in una settimana? Troppe. Passare a una borraccia riutilizzabile è uno dei modi più semplici ed efficaci per ridurre la plastica. È un gesto piccolo, ma moltiplicato per centinaia di studenti, fa una grande differenza.

    • Più digitale, meno carta

    Se la tua scuola lo permette, prova a prendere appunti sul tablet o sul computer. Oppure, stampa solo quando è strettamente necessario e sempre fronte-retro. La carta ha un impatto ambientale importante, ma possiamo ridurlo con scelte consapevoli.

    • Merenda sostenibile

    Evita snack confezionati in mille strati di plastica. Una merenda fatta in casa, magari in un contenitore riutilizzabile, è più sana e amica dell’ambiente. Bonus: puoi anche evitare gli sprechi, portando a scuola quello che c’è già in casa.

    • Differenzia sempre i rifiuti

    Sembra scontato, ma non lo è: spesso nei corridoi della scuola troviamo ancora spazzatura nel contenitore sbagliato. Fare la raccolta differenziata corretta è una forma di rispetto per l’ambiente e per chi lo condivide con noi.

    • Cammina, pedala, condividi

    Se abiti vicino alla scuola, lascia l’auto e vai a piedi o in bici. E se la distanza è lunga, organizza un passaggio con i compagni. Meno auto, meno traffico, meno inquinamento. E magari anche più chiacchiere la mattina.

    • Partecipa ad attività verdi della scuola

    Molte scuole organizzano orti didattici, giornate ecologiche o laboratori sul riciclo. Partecipa, proponi idee, coinvolgi la tua classe. La sostenibilità è anche collaborazione e creatività.

    ✨ Conclusione

    Cambiare il mondo può sembrare un’impresa enorme, ma tutto inizia da noi, da quello che facciamo ogni giorno. I piccoli gesti non sono mai troppo piccoli, soprattutto se a farli siamo in tanti.

    E tu, quale gesto sostenibile metterai in pratica da domani?

  • Metodi di Studio: Quale Funziona Davvero?

    Metodi di Studio: Quale Funziona Davvero?

    Studiare non è solo una questione di tempo, ma soprattutto di metodo. Non basta stare ore e ore con la testa sui libri: serve capire come affrontare lo studio in modo intelligente.
    In questo articolo ti racconto alcuni dei metodi di studio più utili (testati sulla mia pelle e non solo), così magari trovi quello che fa al caso tuo.

    🧠 1. Ripetizione Spaziata (Spaced Repetition)

    Questa tecnica è oro per la memoria a lungo termine. L’idea è semplice: non ripeti le cose tutte in una volta (tipo la classica maratona la sera prima dell’esame), ma le ripassi a distanza di tempo. Ogni volta che rileggi o rivedi un concetto, lo fai quando stai quasi per dimenticarlo — ed è proprio lì che la tua memoria lo rafforza.

    📖 2. Metodo SQ3R

    Lo so, il nome sembra una password wifi, ma fidati: questo metodo funziona. È pensato per leggere e comprendere testi lunghi, come quelli universitari o i manuali scolastici.

    Le fasi sono:

    • S: Survey – dai una letta veloce al testo, guarda titoli, immagini, sottotitoli.
    • Q: Question – fatti delle domande su cosa stai per leggere.
    • R: Read – leggi attivamente, cercando le risposte alle domande.
    • R: Recite – prova a spiegare quello che hai capito, a voce o per iscritto.
    • R: Review – rivedi tutto per consolidare.

    Personalmente, quando studio così, capisco molto di più e mi resta anche in testa meglio. Lo uso soprattutto per esami teorici.

    📝 3. Metodo Cornell per gli Appunti

    Se sei uno di quelli che prende appunti in modo random e poi non li capisce più, il metodo Cornell fa per te. È un modo strutturato per prendere appunti, utile sia in aula che a casa.

    Il foglio va diviso in 3 parti:

    • A destra scrivi gli appunti principali durante la lezione o la lettura.
    • A sinistra lascia spazio per parole chiave, domande, collegamenti.
    • In basso, alla fine, fai un mini riassunto di tutta la pagina.

    👂👁️ 4. Approccio Multisensoriale

    Ok, sembra un termine super tecnico, ma in realtà è semplice: coinvolgere più sensi = imparare meglio. Io per esempio:

    • leggo ad alta voce (così ascolto e leggo insieme),
    • scrivo a mano i concetti (perché scrivere aiuta a ricordare),
    • uso colori, schemi e mappe mentali per visualizzare meglio.

    Alcuni usano anche podcast o video per studiare. Più sensi usi, più stimoli il cervello, e più ti resta in testa.

    🧩 5. Tecniche Mnemoniche

    Quando devi ricordarti cose complicate (tipo elenchi, nomi o date), i trucchetti mnemonici sono un’arma segreta. Uno dei miei preferiti è il Metodo dei Loci, dove associ ogni concetto a un luogo familiare. Tipo: immagina di entrare nella tua stanza, e in ogni angolo ci metti un concetto. Poi, per ricordarlo, ripercorri “mentalmente” quella stanza.

    Oppure uso acronimi o filastrocche stupide che mi invento sul momento. Ti sembrano sciocchezze? Forse, ma funzionano alla grande.

    ⏳ 6. Organizzazione e Ambiente

    Ultimo punto, ma fondamentale: l’ambiente in cui studi conta tantissimo. Io ho imparato (dopo vari fail) che:

    • serve una scrivania in ordine,
    • niente distrazioni tipo notifiche o Netflix,
    • e soprattutto: piani di studio realistici.

    Uso Google Calendar o Notion per programmare le giornate, così non arrivo a studiare tutto all’ultimo minuto (spoiler: succede lo stesso, ma almeno ci provo).

    Ogni metodo ha i suoi pro e contro, e non ce n’è uno “migliore” in assoluto. Devi solo capire qual è quello giusto per te, magari sperimentando un po’ alla volta. Io ci ho messo un bel po’ per trovare la mia combo perfetta, ma ne è valsa la pena. Studiare non è solo memorizzare, ma capire e organizzare il proprio tempo. E questo, volenti o nolenti, ci serve anche nella vita.

  • Incontro con l’università di Brescia e l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Mantova

    Incontro con l’università di Brescia e l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Mantova

    In data 11/04/2025  l’Università degli Studi di Brescia e l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (ODCEC) di Mantova hanno recentemente consolidato la loro collaborazione attraverso una convenzione che offre opportunità significative per gli studenti e i professionisti del settore.​

    Nel corso dell’incontro tra l’Università degli Studi di Brescia e l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Mantova è emersa chiaramente un’esigenza strategica per il territorio: la necessità di incrementare il numero di giovani professionisti formati e qualificati, in particolare Dottori Commercialisti.

    Il tessuto economico mantovano è costituito da una fitta rete di piccole e medie imprese, realtà artigianali, aziende agricole e attività professionali che richiedono un supporto costante nella gestione fiscale, amministrativa e societaria. In questo contesto, la figura del commercialista assume un ruolo sempre più centrale, non solo come consulente contabile, ma anche come partner strategico delle imprese.

    Durante l’incontro si è parlato anche delle università presenti a Mantova, con particolare attenzione alle opportunità offerte agli studenti del territorio. Sono stati evidenziati i percorsi formativi attivi, le collaborazioni con altre sedi universitarie e i progetti di sviluppo in ambito accademico e di ricerca. L’interesse per le università mantovane dimostra una crescente attenzione verso la formazione superiore e il ruolo strategico che queste istituzioni possono avere per la crescita culturale ed economica della città.

    Anche se Mantova non ha un’università “autonoma” come le grandi città universitarie, ospita diverse sedi distaccate e corsi universitari in collaborazione con atenei importanti. Questo permette agli studenti di seguire percorsi di alta formazione restando in città.

    Ed ecco le università presenti nel territorio mantovano:

    1. Politecnico di Milano – Polo territoriale di Mantova: È uno dei poli universitari più significativi della città. Offre principalmente corsi nell’ambito dell’architettura, del design urbano e della pianificazione territoriale. Il campus è moderno e ben integrato nel contesto urbano, e ha anche una forte vocazione internazionale.

    2. Università degli Studi di Brescia: L’ateneo bresciano ha attivato a Mantova alcuni corsi e progetti di ricerca in ambito giuridico ed economico, spesso in collaborazione con enti locali.

    3. Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE): Attraverso il consorzio Università per Mantova (UMANA), UNIMORE propone master, corsi di alta formazione e attività di ricerca sul territorio mantovano, in particolare su temi legati allo sviluppo sostenibile, all’innovazione e alla valorizzazione culturale.

    4. Collabora anche con Accademie e Istituti culturali: 

    • La Fondazione Università di Mantova, ente che coordina molte attività accademiche in città.
    • Il Conservatorio di Musica “Lucio Campiani”, che pur non essendo un’università in senso stretto, offre alta formazione musicale a livello universitario.

    Mantova, pur essendo una città di dimensioni contenute, punta molto su una formazione di qualità, specializzata e ben integrata con le esigenze del territorio. Le sue università collaborano attivamente con il tessuto economico e culturale locale.

    per maggiori informazioni https://www.unimn.it/

  • “E se avessi l’ADHD?”

    “E se avessi l’ADHD?”

    Cos’è davvero, come si capisce, dove si fa il test, e perché non è solo una scusa per non studiare.

    Quante volte ti è capitato di sentirti distratto a livelli assurdi, saltare da un pensiero all’altro, oppure di non riuscire a stare fermo nemmeno cinque minuti?
    Magari ti sei chiesto: “Ma sono solo stanco… o c’è qualcosa di più?”.
    Ecco, parliamo di ADHD. Non il solito “eh, oggi tutti dicono di averlo”, ma cos’è davvero, come si riconosce, e cosa comporta se ce l’hai?


    Quanti ragazzi hanno l’ADHD in Italia?

    Secondo i dati ufficiali, circa il 3-6% dei bambini e adolescenti in Italia ha l’ADHD. Se fai due conti, vuol dire centinaia di migliaia di ragazzi. Ma il vero problema è che solo una parte di loro riceve una diagnosi vera. E ancora meno iniziano un percorso serio con neuropsichiatri, psicologi o terapisti.
    In alcune regioni, solo il 15% dei casi segnalati riceve anche un trattamento.
    Tradotto? Tanti ragazzi vivono con l’ADHD senza saperlo, pensando semplicemente di essere “pigri”, “sbadati” o “troppo vivaci”.


    Ma quindi… cos’è davvero l’ADHD?

    Il nome completo è Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, ma non lasciarti spaventare.
    Non vuol dire essere “matti” o “problematici”, e soprattutto non è una scusa per evitare le interrogazioni.
    L’ADHD è un disturbo neurobiologico che riguarda il modo in cui funziona il cervello: attenzione, concentrazione, controllo degli impulsi, gestione del tempo… tutte quelle cose che spesso ti mandano nel panico quando hai mille cose da fare e il cervello ti gioca contro.

    Esistono tre tipi principali:

    • Tipo disattento: sei spesso “sulle nuvole”, dimentichi tutto, ti perdi nei tuoi pensieri.
    • Tipo iperattivo/impulsivo: non riesci a stare fermo, parli tanto, agisci prima di pensare.
    • Tipo combinato: un mix di entrambi.

    Come capire se potresti averlo?

    Ovviamente non puoi autodiagnosticarti guardando TikTok. Però se ti riconosci in cose tipo:

    • Ti distrai facilmente, anche con una mosca che passa
    • Hai difficoltà a finire le cose
    • Ti dimentichi appuntamenti, materiali, scadenze
    • Ti senti agitato, impaziente, sempre in movimento
    • Fatichi a stare fermo o in silenzio durante le lezioni
    • Parli o agisci senza pensarci, e poi te ne penti subito dopo

    …allora forse un dubbio ce lo puoi avere. E no, non sei solo “strano”. Potrebbe esserci un motivo reale.


    Dove si fa il test se sei minorenne?

    In Italia la diagnosi si fa solo in centri specializzati di neuropsichiatria infantile.
    Per iniziare, di solito serve che genitori o insegnanti si accorgano del problema e ne parlino con il pediatra.
    Successivamente si passa a test cognitivi, questionari, osservazioni e colloqui fatti da esperti. Niente quiz su internet o video “Hai l’ADHD se…”.

    Ogni regione ha i suoi Centri di Riferimento per l’ADHD, e puoi cercarli online o chiedere al tuo medico di base. Il percorso è gratuito, perché fa parte del Servizio Sanitario Nazionale.


    Miti da sfatare (seriamente)

    “L’ADHD è solo una moda.”
    Falso. È un disturbo riconosciuto a livello mondiale, e se non diagnosticato può causare ansia, insuccesso scolastico e difficoltà sociali.

    “Chi ha l’ADHD è solo iperattivo e fastidioso.”
    No. Molti ragazzi con ADHD sono tranquilli, ma fanno una fatica bestiale a concentrarsi o organizzarsi.

    “Crescendo passa.”
    Magari. In realtà può cambiare forma, ma nella maggior parte dei casi resta anche da adulti.


    L’impatto sulla scuola e sulla vita

    L’ADHD non è solo una questione scolastica, anche se lì si fa sentire forte.
    Spesso chi ne soffre:

    • Va male a scuola non perché non capisce, ma perché non riesce a organizzarsi
    • Si sente sbagliato, inadeguato, diverso
    • Litiga spesso con i prof e compagni perché sembra non rispettare le regole
    • Vive con un senso di frustrazione costante: vorrebbe riuscire, ma non ci riesce come gli altri

    E il peggio è che nessuno se ne accorge, o peggio: ti danno dell’irresponsabile, svogliato, casinista.


    Ma si può vivere bene con l’ADHD?

    Assolutamente sì. Ma serve:

    • Una diagnosi fatta bene
    • Strategie su misura (agenda, timer, spazi di studio organizzati, pause)
    • Un supporto psicologico, a volte una terapia comportamentale
    • E in alcuni casi, se serve, anche un aiuto farmacologico prescritto da un medico specialista

  • Come sopravvivere alle interrogazioni senza ansia

    Come sopravvivere alle interrogazioni senza ansia

    Parliamoci chiaro: nessuno ama le interrogazioni. Anche quando hai studiato e ti senti (più o meno) pronto, appena il prof dice “oggi interrogo”, scatta quella sensazione fastidiosa che parte dallo stomaco e sale su come un’onda di panico. Le mani iniziano a sudare, la mente si svuota, il cuore accelera. E tu, lì, seduto al tuo banco, preghi che scelga chiunque altro tranne te. Classico.

    Ma l’ansia, per quanto fastidiosa, non è una condanna. È una reazione normale, che però si può imparare a gestire con qualche trucchetto mentale, un po’ di respirazione mirata e una preparazione fatta con intelligenza, più che con il panico. Il segreto è capire che non serve arrivare all’interrogazione perfetti, robotici, senza emozioni: serve arrivarci lucidi, presenti, e con abbastanza sicurezza per dire: “Ce la posso fare”.

    Partiamo dalla testa. I pensieri che ci mettono in crisi sono spesso più pericolosi della verifica stessa. Il classico “farò scena muta”, “mi dimentico tutto”, “prenderò 3” è quello che manda il cervello in tilt ancora prima di iniziare. In questi casi, il primo passo è riportare la mente nel presente. Fermarsi un attimo, respirare, e riformulare quei pensieri negativi in qualcosa di più realistico: magari non sai tutto, ma sai qualcosa. E soprattutto, anche se va male, non ti rovina la vita. È un’interrogazione, non un giudizio universale.

    In quel momento, ti aiuta moltissimo anche la respirazione. Quando sei in ansia, il respiro si fa corto, superficiale, e manda al cervello il messaggio che c’è un’emergenza in corso. Il corpo entra in modalità allarme, e lì iniziano tutti i sintomi fisici che conosciamo. Invece, se ti fermi e fai un paio di respiri profondi e regolari, puoi abbassare la tensione in modo semplice. Bastano pochi minuti, anche fuori dalla classe o prima che inizi la lezione, per sentirti molto più stabile.

    La preparazione, ovviamente, fa la sua parte. Ma attenzione: non basta studiare tanto, bisogna studiare bene. A volte passiamo ore a leggere e sottolineare, ma senza mai provare a ripetere ad alta voce, senza farci delle domande, senza testare davvero se abbiamo capito. Un metodo utile è spiegare la lezione come se dovessimo raccontarla a un amico: se riesci a farlo senza leggere, sei pronto. E non sottovalutare il potere delle mappe mentali, degli schemi, delle parole chiave da collegare tra loro: il cervello lavora per associazioni, non per liste infinite.

    Poi arriva il giorno dell’interrogazione. Il cuore batte più forte, lo stomaco si chiude, il prof apre il registro e guardi il tuo nome sperando che salti la riga. Ma se vieni chiamato, ricorda di partire con calma. Non buttarti subito a parlare in fretta per la paura di dimenticare. Respira, guarda il prof negli occhi (anche se ti sembra di morire dentro), e inizia con una frase semplice che ti aiuti ad aprire il discorso. Spesso è proprio nei primi dieci secondi che si gioca tutto: se riesci a partire, poi le cose iniziano a scorrere.

    E se arriva il vuoto di memoria? Succede. A tutti. Anche ai migliori. Il punto è non bloccarsi, ma provare a dire quello che si sa, anche se sembra poco. A volte, basta una frase per agganciarsi a qualcosa. E anche dire “non mi ricordo questo passaggio, ma posso spiegare quest’altro” mostra che hai studiato e non sei lì a caso. È molto meglio di stare zitti o dire “non so”, che è l’unica cosa che può davvero fregarti.

    Infine, un consiglio bonus: evita il caos dell’ultimo secondo. Se ripassi 30 secondi prima di entrare in classe con altri dieci compagni agitati, ti carichi di stress inutile. Meglio prenderti un attimo di silenzio, respirare, bere un sorso d’acqua, ripetere mentalmente le cose che sai e ricordarti che non sei solo: l’interrogazione è una parte normale della scuola e la superano tutti. Anche tu.Alla fine dei conti, non esiste un modo per cancellare del tutto l’ansia. Ma puoi imparare a conviverci, ad ascoltarla senza farla guidare, a trasformarla in energia e concentrazione. E magari, col tempo, ti sorprenderai anche a pensare: “Beh, non è andata poi così male.”

  • Studiare con TikTok?

    Studiare con TikTok?

    Ok, diciamolo: fino a pochi anni fa nessuno avrebbe mai pensato di aprire TikTok per capire una funzione matematica o la teoria della domanda e offerta. E invece oggi ci troviamo a salvare video di 60 secondi che spiegano meglio di un libro intero.
    È ufficiale: TikTok è anche scuola – se sai chi seguire.

    Ovviamente tra balletti, meme e video di gattini, c’è di tutto. Ma in mezzo a tutto quel caos, ci sono creator che sanno spiegare in modo chiaro, diretto e (sorpresa) pure coinvolgente.

    Diritto – per non farti venire l’ansia davanti alla Costituzione

    Studiare diritto a volte sembra un’impresa: articoli, codici, definizioni che cambiano con una parola… e poi vai in tilt.
    Su TikTok però si trovano creator che semplificano concetti legali in modo chiaro e comprensibile, anche per chi è alla prima esperienza con le norme.
    Ti basta cercare hashtag tipo #dirittocivile, #costituzione, #dirittopenale o #studiareconme per trovare spiegazioni su temi come i poteri dello Stato, la differenza tra legge e decreto, diritti fondamentali, ecc.

    Un creator utile da seguire è @dirittoesplicato, che propone mini-lezioni su concetti base e casi reali spiegati in modo semplice, anche con esempi presi dalla vita di tutti i giorni.

    Economia aziendale ed economia politica – tutto quello che non capisci in aula (ma che su TikTok diventa chiaro)

    Hai presente quella sensazione quando il prof parla di bilanci, partite doppie o PIL… e ti sembra arabo?
    TikTok è pieno di mini-lezioni fatte bene su questi argomenti.
    Un nome da segnare è Tia Taylor: laureata alla Bocconi in International Economics and Management, è tra le creator italiane più seguite per contenuti su economia, finanza personale e cultura del lavoro.
    Spiega concetti come inflazione, disoccupazione, debito pubblico o differenze tra impresa e azienda in modo semplice ma mai superficiale. Perfetta se vuoi avere anche uno sguardo più “concreto” sulla materia.

    Cerca anche hashtag come #economiafacile, #aziendale, #pildomandaofferta o #imparacontiktok: troverai spiegazioni veloci ma utilissime, ideali per un ripasso express o per rivedere un concetto prima di un’interrogazione.

    Matematica – sì, c’è chi te la fa piacere (quasi)

    Se pensavi che la matematica non potesse essere “social”, ti sbagliavi.
    Creator come @matematicaconlidia o @manolo_trinci riescono a spiegare in meno di un minuto teoremi, formule e trucchetti per risolvere esercizi che sembravano impossibili.

    Lidia, in particolare, è una vera guru della matematica su TikTok: con un tono amichevole ma preciso, ti guida passo passo tra equazioni, logaritmi, percentuali e geometria.
    I suoi video sono perfetti per ripassare in modo veloce prima di un compito o per capire finalmente “quella cosa” che nessuno ti aveva mai spiegato bene.

    Informatica – per chi vuole capirci qualcosa davvero

    L’informatica a scuola può essere un incubo: linguaggi astratti, sigle incomprensibili, concetti tecnici che sembrano usciti da Matrix.
    E invece TikTok ti dà una mano anche qui.
    Un creator super consigliato è Fabrizio Camuso, docente di informatica che spiega tutto, dai linguaggi di programmazione (come Python, HTML, C++) a concetti chiave come variabili, algoritmi, database e intelligenza artificiale.

    Il bello? Usa un linguaggio accessibile anche a chi parte da zero. Ideale per chi frequenta indirizzi tecnici o per chi vuole iniziare a capire il mondo della programmazione senza perdere la testa.

    TikTok può essere una distrazione, certo, ma può anche diventare un alleato nello studio.
    Basta scegliere i creator giusti e usare quei dieci minuti di scroll per imparare qualcosa che – magari – in classe non avevi capito.
    Il trucco è creare il tuo feed personalizzato con contenuti davvero utili.
    Magari una sera parti per vedere “solo due video”, e ti ritrovi a dire: “Oh, adesso ho capito cos’è Ruffini”.

    Studiare sui social si può. E se fatto bene, diventa anche un po’ più leggero.

  • Volontariato: un modo per fare la differenza e aiutare gli altri

    Volontariato: un modo per fare la differenza e aiutare gli altri

    Il volontariato è un’ottima occasione per fare qualcosa di utile per gli altri, senza chiedere niente in cambio. Molti ragazzi decidono di dedicare un po’ del loro tempo per aiutare chi ha bisogno, e ci sono tantissimi modi per farlo! In questo articolo vogliamo raccontarti alcune delle tipologie di volontariato più comuni a Mantova, così potrai scegliere quella che ti piace di più e magari iniziare anche tu a fare la tua parte.

    1 AUSER OdV Trasporto Protetto Roncoferraro

    Se hai la patente B e vuoi fare un’esperienza di volontariato sociale, AUSER OdV Trasporto Protetto Roncoferraro ti offre l’opportunità di aiutare anziani e minori a spostarsi verso ospedali, farmacie e supermercati. Il servizio, attivo dal lunedì al venerdì pomeriggio e sabato mattina, si svolge principalmente nel comune di Roncoferraro e nelle zone limitrofe. Ogni volontario può scegliere i giorni e gli orari in cui essere disponibile. Il trasporto avviene a bordo delle auto dell’associazione, con punti di partenza in diverse località. Non ti preoccupare se sei alle prime armi: sarai affiancato da volontari esperti che ti guideranno. Un’occasione perfetta per aiutare la comunità e fare un’esperienza che arricchisce!

    2 Centro di Supporto alle Vittime di Reato

    L’Associazione Libra ETS offre l’opportunità di fare volontariato sociale presso il Centro di Supporto alle Vittime di Reato della Provincia di Mantova. Il volontario si occuperà di accogliere e ascoltare le persone che si rivolgono al centro, fornendo supporto e indirizzandole verso le risorse appropriate. L’attività avverrà principalmente in presenza presso la sede dell’associazione, ma alcune azioni potranno essere svolte anche da remoto tramite telefono o PC.Il volontario gestirà il primo contatto con le persone, ricevendo sempre il supporto degli operatori dell’associazione. È prevista una formazione iniziale gratuita, che inizierà a marzo 2022.La proposta è rivolta a persone maggiorenni, non in situazione di fragilità, e con competenze linguistiche.

    3 Comitato provinciale UNICEF di Mantova

    Il Comitato UNICEF di Mantova offre opportunità di volontariato per promuovere i diritti dei minori. Le attività includono l’organizzazione di eventi di sensibilizzazione, la gestione di banchetti per la raccolta fondi e la realizzazione delle campagne UNICEF locali. I ragazzi tra 14 e 30 anni possono anche organizzare iniziative per coetanei e partecipare a formazioni nazionali con Younicef.L’attività si svolge nella provincia di Mantova, con orari flessibili. È richiesta la partecipazione a un corso gratuito sui diritti dell’infanzia prima di iniziare.Anche i minorenni (da 14 anni) possono partecipare in caso di sospensione scolastica.

    4 Arcigay La Salamandra – Comitato Territoriale di Mantova ODV

    Offre opportunità di volontariato per sostenere e supportare la comunità LGBTQI+. Le attività includono il supporto a eventi culturali, politici e ludici, come festival, dibattiti, flash mob, cene e serate di aggregazione. Inoltre, i volontari possono aiutare nella gestione degli sportelli di salute e ascolto per diversi gruppi, come giovani, anziani, donne e genitori.Le attività si svolgono principalmente nei weekend, con riunioni di programmazione di sera presso la sede dell’associazione a Mantova. È richiesta una formazione gratuita iniziale e competenze di base nell’uso del computer e nella lingua italiana (lingue aggiuntive sono un plus).L’associazione accoglie anche minoreni dai 16 anni, studenti in percorsi di PCTO e adulti in percorsi di giustizia riparativa.

    5 Educare Oggi ODV

    L’associazione Educare Oggi ODV di Volta Mantovana, parte della rete VoltaxVolta ODV, cerca volontari per supportare attività ludico-educative per bambini in età prescolare (0-3 anni). L’attività consiste nella custodia e nel gioco per i figli delle donne partecipanti a un corso di alfabetizzazione organizzato con il CPIA di Mantova e il Comune di Volta Mantovana.Il servizio si svolge il giovedì e venerdì, dalle 8:30 alle 11:30, presso la biblioteca comunale di Volta Mantovana, tra gennaio e giugno.La proposta è rivolta a adulti autonomi nel raggiungere la sede e con una predisposizione per il lavoro con i bambini. È previsto un affiancamento iniziale da parte di volontari esperti.

    6 Unione Sportiva Mantovana Junior

    L’Unione Sportiva Mantovana Junior offre opportunità di volontariato per diverse attività presso il Centro Sportivo “Bosco Virgiliano” di Mantova, tra cui:Custodia degli impianti sportivi, anche durante le partite di calcio,Manutenzione del centro sportivo e dei campi da calcio.
    Le attività si svolgono dal lunedì al venerdì (17:00-22:00), il sabato pomeriggio e la domenica (mattina e pomeriggio) durante le partite.La proposta è aperta a persone autonome, tra cui studenti in percorsi di PCTO o in sospensione scolastica, minoreni dai 16 anni, e adulti (anche migranti con limitata conoscenza dell’italiano). È previsto un affiancamento iniziale da parte di volontari esperti.

    7 Telefono Amico Mantova ODV

    Telefono Amico Mantova ODV offre un’opportunità di volontariato nel servizio di ascolto telefonico per chi si trova in situazioni di solitudine o emergenza emozionale. Il servizio si svolge tutti i giorni dalle 9 alle 24, con turni di 3 ore settimanali. Per partecipare è obbligatorio frequentare un corso preliminare di formazione, che per il 2025 è previsto per ottobre. Il corso fornisce gli strumenti necessari per gestire una relazione di aiuto. L’associazione accoglie solo maggiorenni non in situazioni di fragilità, con autonomia nel raggiungere la sede e capacità di utilizzo del computer.

    Per altre informazioni e tante altre opportunita di volontariato potete consultare questo link https://www.csvlombardia.it/mantova/ricerca-volontari/

  • Call for ideas:                          le voci del domani

    Call for ideas: le voci del domani

    In occasione della XX edizione del Festival dell’Economia, l’obiettivo è dare la parola ai giovani per un coinvolgimento sempre maggiore.

    come si farà?

    Attraverso una call for ideas, un’iniziativa congiunta del Festival dell’economia di Trento e del FuoriFestival per dare voce alle prossime generazioni, rendendo i ragazzi protagonisti nei palinsesti dell’edizione 2025.

    Con questa iniziativa i candidati prescelti potranno diventare parte integrante delle iniziative e dei palinsesti:

    ->del Festival, coordinato dal Comitato Scientifico, proponendo argomenti e contenuti coerenti con il tema dell’Edizione;

    -> del FuoriFestival, scegliendo di proporre temi più allargati e con linguaggi diversi in un confronto dinamico e stimolante con il pubblico.

    Gli appuntamenti rappresenteranno l’occasione ideale per dare voce agli studenti che, con la loro partecipazione, rispecchieranno il senso di speranza e di futuro delle nuove generazioni.

    COME CANDIDARSI PER ESSERE AUTORE O SPEAKER DEL FESTIVAL? 

    (per giovani tra i 16 e 26 anni)

    La nuovissima lounge del FUORIFESTIVAL, in piazza Fiera a Trento, si animerà proprio con le voci dei ragazzi che potranno parlare di tutti gli argomenti di maggiore interesse, a propria scelta, anche non necessariamente affini ai temi dell’economia; temi più allargati e linguaggi diversi

    Il Comitato Organizzatore del FuoriFestival valuterà le candidature dei ragazzi:

    DIVENTA «PROTAGONISTA» DEL FUORIFESTIVAL DELL’ECONOMIA:

    Candidati come speaker al FuoriFestival, indicando i temi di tuo interesse e le tue motivazioni e potrai essere inserito in una delle sessioni dedicate.

    Tutte le sessioni saranno moderate da giornalisti .

    CANDIDATURE, COME CANDIDARSI PER ESSERE PROTAGONISTA DEL FUORIFESTIVAL?

    Se sei un ragazzo tra i 16 e i 26 anni, accedi alla Url – levocideldomani

    PER CANDIDARTI COME SPEAKER:

    • Inserisci i tuoi dati

    • Invia un contributo Audio o Video di massimo 2 minuti che illustri il tema di tuo interesse e rappresenti la tua motivazione per la proposta presentata.

    Il comitato organizzativo del FuoriFestival valuterà le candidature e se sarai selezionato potrai partecipare da protagonista al Festival dell’Economia, dal 22 al 25 maggio 2025.

    La call prevede solo la selezione dei candidati per la partecipazione al FuoriFestival e non prevede meccanismi di ospitalità e/o rimborsi delle spese sostenute.

    TIMING E COMUNICAZIONE

    La call for ideas verrà lanciata il 15/2 e si chiuderà il 15/4

    I temi, gli speaker e i partecipanti ai dibattiti verranno selezionati per partecipare in presenza alle giornate del Festival, a Trento dal 22 al 25 maggio 2025.

    Dal 15 febbraio la Call sarà promossa attraverso una CAMPAGNA SOCIAL, DIGITAL, RADIO E STAMPA e le candidature saranno raccolte su un minisito dedicato alla iniziativa che risiederà sulle piattaforme del Sole24ore e che sarà rilanciato dal sito del Festival dell’Economia.